Sogniamo un sistema senza fili, fatto di tablet con software open source, per ricevere e monitorare i parametri vitali in tempo reale, per visualizzare le immagini della laringoscopia senza avere un videolaringoscopio, per compilare ed archiviare la cartella clinica.
Sogno un sistema moderno, non futuristico ma che sfrutti la tecnologia che tutti noi usiamo quotidianamente per informarci per comunicare per giocare…..anche per curare meglio i pazienti critici.
per esperienza parliamo di qualcosa di infattibile in italia,continuo a vedere grande arretratezza tecnologica da questo punto di vista,i sistemi di trasmissione ECG,banalmente,sono obsoleti(in buona parte d’Italia sempre che ci siano)con sistemi di ricezione imbarazzanti.Ho lavorato 5 anni in Ticino,già nel 2005 si faceva trasmissione ECG che il cardiologo visualizzava direttamente(senza filtro di co)sull’iphone o l’ipad ,quindi sempre reperibile in struttura,la gestione di cartelle mediche infermieristiche totalmente digitalizzate su device touch è una realtà consolidata allo CHUV di Losanna,dove al letto paziente da tablet è vedibile la storia clinica,dagli esami ematochimici alle lastre(stesso vale per la sala operatoria dove si trovano solo schermi touch,niente più su lastra,con risparmi non indifferenti).
Questa mentalità da noi è inconcepibile,tutti hanno uno smartphone in tasca,ma ancora vengo guardato storto quando lo uso con semplici app per la farmacologia o i dosaggi più ostici da preparare.
giusto ieri sera al lavoro parlavo con una infermiera che lamentava il fatto che,oggi,in due reparti di un ospedale piemontese(trauma center di I° livello comunque)compaiono i primi sistemi touch per lo scarico farmaci e la terapia,viene visto dagli operatori come un sistema complicato,solo perchè va cambiata l’ottica e andrebbe capito che,la medicina,è evoluzione,oggi più che mai e le nuove tecnologie possono servire,in primis,ai nostri pazienti.
Nel mio piccolo sfrutto per quello che riesco,mettendo sul mio portatile(rigorosamente con SO Linux)un applicativo che mi permette lo scambio dei file dalla radiologia e posso vedere senza scomodare nessuno lastre e TAC o RMN,ma resto una mosca bianca guardata con sospetto.Dicono che sognare aiuta,ma oramai mi sono arreso alla fatto che certe cose,in questo paese,non le vedremo mai.purtroppo.
Daniele
Caro Daniele sono perfettamente e tristemente d’accordo con te. Mi occupo per il 118 di Firenze dell’acquisizione delle nuove tecnologie, ma trovo sempre una grossa diffidenza verso ciò che è estraneo al vecchio modo di fare medicina. Social media, open sourcing, on line medical education, connectivity, sono termini che dovrebbero essere patrimonio quotidiano del medico d’urgenza così come infarto, ictus o arresto cardiaco. La cultura medica oggi non si può limitare solo alle nozioni apprese sui vecchi libri universitari o della scuola di specializzazione, ma si deve alimentare attraverso canali attuali, specie nel nostro ambito.
Grazie per il tuo contributo
Mario Rugna