L’utilizzo del collare cervicale nel trauma (così come gli altri sistemi di immobilizzazione spinale) applicati indiscriminatamente a prescindere dal giudizio clinico dei professionisti sanitari è un argomento di scottante attualità (1,2).
Mentre l’ATLS si evolve verso una maggiore flessibilità clinica delle procedure, molte delle quali nella sua ottava edizione vengono rimesse al giudizio clinico del professionista che le deve attuare, e non a prescindere da esso, l’immobilizazione del rachide rimane ancora una procedura “tout court” da effettuare sempre e comunque nel paziente truamatizzato.
Le sempre crescenti evidenze dei possibili effetti dannosi di tali sistemi di contenzione hanno acceso il dibattito in merito al loro uso indiscriminato. (3,7,8)
Focalizziamo l’attenzione su due punti critici che riguardano l’uso del collare cervicale nel trauma preospedaliero:
E’ ragionevole applicare criteri clinici per escludere sul territorio lesioni del rachide cervicale ed evitare selettivamente l’uso del collare cervicale?
In caso di intubazione orotracheale del paziente traumatizzato, è ragionevole, per migliorare la visualizzazione della glottide, applicare l’immolizzazione in linea del rachide cervicale ed in casi estremi evitare anch’essa per permettere la gestione di una via aerea difficile, in un paziente che si sta rapidamente deteriorando?
Naturalmente non è qui che troverete le risposte definitive, ma una serie di elementi di letteratura per riflettere, e magari aggiungere alcuni elementi clinici discriminanti a delle pratiche che attualmente vengono applicate in modo automatico, ma che hanno alcuni potenziali effetti dannosi, forse non universalmente noti.
Pongo alcuni spunti di discussione derivanti dalla disamina della letteratura riportata in calce al post:
Applicare un discrimine clinico prima di mettere il collare cervicale a pazienti coinvolti in traumi a dinamica minore senza compromissione dello stato di coscienza, dolorabilità del rachide cervicale e normale mobilità dello stesso che non hanno segni di intossicazione da sostanze o lesioni dolorose distraenti, può essere un’opzione ragionevole(4,5,6).
Privilegiare l’ossigenazione la ventilazione e la protezione delle vie aeree in un paziente rapidamente evolutivo può essere ragionevole a fronte di un rischio potenziale di lesione spinale (la laringoscopia diretta aumenta di 2 gradi la flesione del collo rispetto all’immobilizzazioen in linea dello stesso).(9)
Gestire la via aerea difficile in un paziente traumatizzato mediante un presidio sovraglottico e collare in situ, può conciliare una buona ossigenazione e ventilazione, preservando l’immobilizzazione del rachide cervicale (ma non la protezione delle vie respiratorie).
“S’apre il dibattito” (Berlinguer ti voglio bene, Giuseppe Bertolucci,1977)
McHugh TP, Taylor JP. Unnecessary out-of-hospital use of full spinal immobilization. Acad Emerg Med. Mar 1998;5(3):278-280.
Hastings RH, Vigil AC, Hanna R, Yang BY, Sartoris DJ. Cervical spine movement during laryngoscopy with the Bullard, Macintosh, and Miller laryngoscopes. Anesthesiology. Apr 1995;82(4):859-869.
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Il collare cervicle nel trauma preospedaliero
18 DicL’utilizzo del collare cervicale nel trauma (così come gli altri sistemi di immobilizzazione spinale) applicati indiscriminatamente a prescindere dal giudizio clinico dei professionisti sanitari è un argomento di scottante attualità (1,2).
Mentre l’ATLS si evolve verso una maggiore flessibilità clinica delle procedure, molte delle quali nella sua ottava edizione vengono rimesse al giudizio clinico del professionista che le deve attuare, e non a prescindere da esso, l’immobilizazione del rachide rimane ancora una procedura “tout court” da effettuare sempre e comunque nel paziente truamatizzato.
Le sempre crescenti evidenze dei possibili effetti dannosi di tali sistemi di contenzione hanno acceso il dibattito in merito al loro uso indiscriminato. (3,7,8)
Focalizziamo l’attenzione su due punti critici che riguardano l’uso del collare cervicale nel trauma preospedaliero:
Naturalmente non è qui che troverete le risposte definitive, ma una serie di elementi di letteratura per riflettere, e magari aggiungere alcuni elementi clinici discriminanti a delle pratiche che attualmente vengono applicate in modo automatico, ma che hanno alcuni potenziali effetti dannosi, forse non universalmente noti.
Pongo alcuni spunti di discussione derivanti dalla disamina della letteratura riportata in calce al post:
“S’apre il dibattito” (Berlinguer ti voglio bene, Giuseppe Bertolucci,1977)
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Tag:collare cervicale, emergenza sanitaria territoriale, medicina d'urgenza, prehospital emergency medicine